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RETAIL & STORIES POWERED BY DANIELE CAZZANI

INFLAZIONE NON FA RIMA CON FEDELTÀ (n.315 MarkUp)

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Il Retail vive un momento non facile: quando si pensava di essersi messi alle spalle il Covid ecco sopraggiungere dapprima il rincaro delle materie prime- in parte proprio dovuto al rimbalzo post-pandemico- quindi la scellerata guerra in Ucraina con l’inasprirsi delle tensioni sui prezzi dell’energia che ha avuto l’effetto di far tornare l’inflazione a valori in doppia cifra sconosciuti da decenni.

Questa situazione impatterà sui comportamenti dei consumatori sia in termini di definizione del carrello della spesa che di scelta del canale di acquisto, portandoli a modificare comportamenti consolidati.

Il Retail in questo scenario deve da un altro difendere i propri margini- stressati dall’aumento dei costi e dall’impossibilità di scaricarli tout court sui prezzi finali- ma anche preoccuparsi di tenere i propri clienti sempre più inclini a valutare soluzioni alternative di acquisto.

Focalizzandoci sulla Distribuzione, in questo contesto è facile attendersi un’ulteriore crescita di quota dei discount, da sempre la risposta più a portata di mano per il cliente che cerca il risparmio. Iper e super devono quindi prepararsi all’inevitabile?

L’equazione non sarebbe così scontata se iper e super negli anni avessero investito correttamente nei propri programmi di loyalty e nel CRM. Invece, nonostante quasi tutti i players ne siano dotati, nella maggior parte dei casi- come recentemente evidenziato dall’Osservatorio Fedeltà dell’Università di Parma- tali strumenti sono visti come centri di costo non come potenziali centri di profitto (sic!).

In effetti basta guardarsi attorno per vedere ancora le solite promozioni, i soliti concorsi a premio o set di pentole collezionabili.

Insomma, chi è causa del suo mal… pianga se stesso e non se la prenda solo con l’inflazione.

@danielecazzani