Nel lontano 18 Luglio 1870 venne approvato il dogma cattolico dell’infallibilità del Papa, che afferma che il Pontefice è considerato infallibile quando parla come Capo della Chiesa (episcopus servus servorum Dei).
Più recentemente, e laicamente, qualcuno (almeno i meno giovani) ricorderà nella serie televisiva “Happy Days”- andata in onda tra gli anni ’70 e ’80- il personaggio di Fonzie: un vero e proprio leader, leggermente introverso per certi versi, idolatrato dagli studenti del college (e amato da tutte le studentesse) che non riusciva però ad ammettere i propri errori, contorcendosi in spasmi quando si vedeva costretto a pronunciare la frase “ho sbagliato” oppure “scusa”.
Parto da personaggi e momenti così lontani per venire ai giorni nostri.
Corsi di leadership, libri sulla leadership; leadership inclusiva, leadership situazionale; leadership ispirate a Napoleone o a Gandhi… Leadership: credo non vi sia tema più trattato negli ultimi anni; e la ragione è facile da intuire.
Non v’è dubbio che essere oggi leader risulti molto difficile in un mondo fragile, ansioso, non lineare e incomprensibile o BANI come diremmo utilizzando l’acronimo inglese tanto in voga.
Però, nonostante il contesto renda obiettivamente difficile guidare organizzazioni e persone, il tic di pensarsi infallibili è ampiamente diffuso e tanti “leader” non sembrano pronti a mettersi in discussione.
Credo che il motivo principale sia che loro per primi si sentano fragili e ansiosi, ma sono convinto che non è provando a nascondersi dietro dogmi ottocenteschi che potranno tenere chiuse le porte delle c-suite.
Ritengo invece che abbiano bisogno di aprire quelle stanze a nuove energie per affrontare le sfide dell’oggi senza avere paura di dire “ho sbagliato”.
[ARTICOLO PUBBLICATO SUL NUMER0 330 DI MARKUP]
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