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RETAIL & STORIES POWERED BY DANIELE CAZZANI

L’ANNO CHE NON SARA’

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Credo non ci sia compito più difficile, soprattutto negli ultimi anni, di fare previsioni per l’anno che verrà per il Retail.

Per questo, in modo un po’ provocatorio, voglio provare a prevedere cosa il 2025 non sarà.

Il 2025 non sarà l’anno dell’intelligenza artificiale nel Retail; non perché la sua evoluzione avrà dell’interruzioni; è facile anzi immaginare che la sua evoluzione continuerà ad essere esponenziale, come gli ultimi ultimi anni hanno ampiamente dimostrato. Il 2025 non sarà l’anno dell’AI per il Retail semplicemente perché la maggior parte delle organizzazioni non sono ancora pronte a implementarla all’interno dei propri business. Questa lacuna non è dovuta, dicevamo, a motivi tecnici ma al fatto che, nonostante molti ne parlino (confondendo spesso l’utilizzo funny e personale di ChatGPT con quanto potrebbero o dovrebbero fare all’interno delle proprie aziende) in tanti attendono i first movers per poi copiare e seguire. Peccato che la timidezza e un approccio da follower non siano ingredienti per il successo in arene competitive sempre più intense…

Il 2025 non sarà ancora l’anno delle donne nel Retail. E’ vero che registriamo un miglioramento relativamente alla loro presenza nei board e nei ruoli executive, così come arrivano positivi segnali anche dalla società (pensiamo alle direttrici delle Università dell’area milanese) e un seppur timido miglioramento nella “coscienza” maschile su quanto queste tematiche impattino non solo sulla vita delle donne quanto sul complessivo futuro del settore. E’ però altrettanto vero che molta strada è da fare: il mio pensiero è, però, assolutamente ottimista in tal senso anche alla luce delle numerose iniziative in campo da parte di singole aziende o associazioni (lasciatemi qui citare l’Associazione Donne del Retail che, grazie all’impegno e alla determinazione delle sue leaders, tanto ha fatto nel corso dell’ultimo anno).

Non sarà neanche l’anno della tanto citata Generazione Z di cui molti parlano ma che nei negozi rischia di passare quasi inosservata tra i tanti senior; sarà forse l’anno in cui le grossolane semplificazioni interpretative sull’anima di questa generazione verranno alla luce facendo capire che guardare a cluster generazionali può forse essere stimolante e interessante da un punto di vista sociologico, ma lato business rischia di essere un’ottica che falsa la realtà. Personalmente preferisco sempre pensare alle persone, alle singole persone, e alle loro mutevoli esigenze.

Non sarà (nemmeno questo) l’anno dell’esplosione dell’e-commerce grocery perché in molti negli anni hanno bruciato ingenti risorse su questo fronte senza trovare il corretto balance tra servizio e redditività; ma resto convinto che si tratti di un servizio che ha una domanda che attende solo di essere soddisfatta con reciproca soddisfazione.

Il 2025 non sarà l’anno della fine del volantino cartaceo. Se ne facciano una ragione i fan del paperless ma quei fogli di carta- solitamente riciclata e spesso mal stampata…- rimarranno centrali nella customer journey dei clienti della distribuzione moderna, senza distinzioni di generazioni. Il mio auspicio è che, sfruttando nuove tecnologie, quello stesso volantino possa finalmente evolvere trasformandosi per i consumatori in un’efficace bussola di navigazione in offerte sempre più complesse.

Temo che anche l’omnicanalità- da quanto ne parliamo?- resterà nel nuovo anno per molti una bella frase da presentazione aziendale, almeno finché non si capirà che il punto centrale non solo le tecnologie quanto le organizzazioni e la visione strategica, che ancora oggi troppo spesso vede in competizione negozi fisici e negozi online.

Alla fine il mio vero auspicio è di avere sbagliato le mie previsioni e registrare così un 2025 in cui il Retail sarà stato in grado di continuare a reinventarsi com’è nella sua natura, avvicinandosi sempre più ai propri clienti.

Daniele Cazzani – founder playouretail.com